Ballata di G.L.
Ballata di G.L.
Io vi voglio raccontare la storia d’un ragazzo
che voleva affrontare la vita da sé.
Ma un giorno un amico lo prese per mano
e gli fece capire cosa fossero gli altri.
Lui comincia a ballare la ballata di G.L.,
lui comincia a provare la goduria della comunità.
Lui aveva una Gilera che andava a cento all’ora:
se la pula lo prendeva a San Vito un posto c’era.
Ma una sera un Giellino gli domanda, per favore,
un passaggio per la Bassa sul sedile posteriore.
Lui continua a ballare...
Dieci sacchi ogni sera a burlotti lui perdeva;
ma se invece li vinceva per la donna li spendeva.
Ma un giorno degli amici oltre il mare sono andati
e la grana ch’el ciapava in Brasile la mandava.
La chitarra lui suonava per le strade del quartiere,
qualche volta gli toccava smanettar nelle balere.
Ma una sera che suonava una nota non veniva:
era quella che invitata a ballare la ballata.
Era un tipo un poco duro che faceva il viso scuro
se la mamma gli diceva: «Devi dire la preghiera».
Ma una sera che dormiva sotto il ponte di Trezzano,
s’avvicina il Signore e lo prende per mano.