Figlio
Antonio Anastasio
Figlio
Antonio Anastasio
Se io fossi andato via
lungo strade sconosciute
con la sola autonomia,
quante cose avrei vedute.
Se non fossi andato via
non avrei mai conosciuto
il cammino, per sapere
dove è stato che son nato.
Guardavo e non vedevo,
udivo e non sentivo.
Riuscire, essere bravo,
sognavo, ma non cercavo.
Quella notte son partito
dalla noia del presente,
lo guardavo e non vedevo,
mi specchiavo ed ero niente.
Quella notte poi ho deciso:
solo e libero nel mondo,
avrei fatto cose mie,
sarei andato fino in fondo.
Fu mio padre che mi disse:
«Sono triste, ma vai pure»,
mi donò tutti quei beni,
io credevo di volare.
Mio fratello era indignato,
non mi venne a salutare,
ma sapevo che fingeva:
mi invidiava da morire.
Quanto a lungo può durare
farsi amare dalla gente,
quanto vero può sembrare
farsi belli per un niente.
Una falsa compagnia
mi portava via da me,
freddo, fame, carestia
mi mostraron quel che è.
Adesso guardo, adesso vedo,
sotto la maschera io ero nudo.
Mangio tristezza, mi scopro solo,
penso a mio Padre, al male e al cielo.
Adesso guardo, adesso vedo,
non so donare però lo chiedo:
tornare indietro, esser qualcosa,
avere un padre, i fratelli, una casa.