C'era una volta un Re
Daniele Donati
C'era una volta un Re
Daniele Donati
C'era una volta un Re che aveva un gran reame
e c'era un cavaliere che aveva molta fame;
di giorno nei duelli era forte come un toro
ma la notte poi sognava l'arrosto con l'alloro.
Per prendere il castello del Re del gran reame
il prode cavaliere sapeva cosa fare:
le mura circondare e aspettare la tenzone
sperando di sorprendere il sovrano a colazione.
Lai la la, lai la la la. (4v.)
Ma ormai che quell'assedio durava da due anni
un dì tutto affamato depose le sue armi,
e visto che il castello sorgeva lì vicino
gli venne una gran voglia di chiedere un panino.
Il Re che tutto il giorno sostava sul balcone
lo vide di lontano ondeggiare sull'arcione;
a questo punto, amici, non vi sembrerà vero,
ma corse giù di sotto, le braccia alzate al cielo.
Lai la la, lai la la la. (4v.)
«Vieni su di sopra, è un sacco che ti aspetto,
la tavola è imbandita e il vino del più vecchio»;
di getto il cavaliere con tutto l'appetito
si avventa sui fagioli mordendosi anche un dito.
Ma dopo quel banchetto, al colmo del furore,
fuggiva il cavaliere colpito nell'onore:
com'era mai possibile che il Re, nemico e infame,
facesse lo stufato migliore del reame?
Lai la la, lai la la la. (4v.)
C'era una volta un Re che aveva un gran reame
e c'era un cavaliere che aveva molta fame,
di giorno combatteva in groppa al suo destriero
ma la notte poi sognava due braccia alzate al cielo.
Il Re tutte le sere aspettava nel castello
che il vecchio cavaliere tornasse al suo duello,
e ogni volta che sentiva i passi per le scale
ridendo gli affettava il pane col salame.
Lai la la, lai la la la. (4v.)