Il re e il soldato
Tommaso Favalli
Il re e il soldato
Tommaso Favalli
Disse il re al suo soldato: «Ho un compito per te:
mia figlia lontano si è smarrita, riportala da me.
Ti darò il mio cavallo, la spada, l’armatura:
devi fare in fretta, corri, non aver paura.
Vedi su la stella? Segui sempre quella:
su nel cielo brilla giorno e notte, luminosa senza sosta.
Torna qui al castello, soldatino bello,
e quel giorno poi grande festa tutti insieme si farà».
Giù nel bosco lontano, dopo giorni di cammino,
il soldato in fondo a un fosso vide la sua principessa.
Le tirò una lunga corda e la prese su con sé,
disse: «Ma come sei bella, ora ci son io con te».
Segui la tua stella, guida la tua bella,
è appena iniziata l’avventura, corri, vai senza paura.
Portala al castello, soldatino bello,
quando sarai a casa grande festa tutti insieme si farà.
Lungo la strada del ritorno, sul sentiero dentro al bosco,
dagli alberi improvvisamente salta fuori un grosso orso.
Così disse il soldato alla sua bella: «Affrontarlo qui non posso:
se ti faccio strada poi io rischio di esser morso.
Cambierem percorso, uno senza l’orso,
uscirem dal bosco per di qua, la stella poi ci guiderà.
Torneremo a coorte senza rischiar la morte;
principessa bella, stai tranquilla: prima o poi si arriverà».
Lungo il nuovo sentiero che saliva verso i monti
il cammino era interrotto da un burrone senza ponti.
Esclamò il soldato: «Di qua non si può andar:
rischio di cadere se ti faccio passar là».
Così voltò le spalle e ritornò giù a valle,
pensando: «Qui la via è troppo ardita, io ci tengo alla mia vita!
Torneremo a coorte senza rischiar la morte;
principessa bella, stai tranquilla, prima o poi si arriverà».
Seguendo la stella lontana sopra al suo destriero
si era accorto che oltre un fiume continuava il suo sentiero.
Disse il buon soldato: «Ma come si può far?
Se ti porto all’altra riva io poi rischio di affogar.
O mia principessa, non vedo un’altra strada:
dobbiam passare il fiume se vuoi tornare a casa.
Se la sorte sarà avversa tu andrai senza di me:
io ci tengo alla tua vita, corri, torna dal buon re!».
Si gettò tra le onde, le acque eran profonde,
portò la sua bella all’altra riva, lei riuscì ad uscirne viva.
Ci fu lotta ardita, ma vinse la fatica,
il soldatino disse: «Così sia!», poi l’acqua se lo portò via.
Nella sala del castello, dopo giorni di sonno profondo,
il nostro soldatino bello dischiuse gli occhi al mondo.
Gli teneva già la mano la sua bella principessa,
alla coorte del gran sovrano ebbe inizio la gran festa.
Disse il re al soldato: «Amico, bentornato!
È ormai alle spalle la fatica, sei dentro una nuova vita.
Le guardie lungo il fiume ti han preso con la fune,
ti stavano aspettando sulla riva e ti han portato qui da me.
Ora sei al castello, soldatino bello,
ogni giorno qui una gran festa tutti insieme si farà!
Segui la tua stella, ama la tua bella,
non avrà mai fine l’avventura: corri, vai, senza paura.
Ora sei al castello, soldatino bello,
ogni giorno qui è una gran festa, fino all’eternità!».