Il vecchio marinaio
Tommaso Favalli
Il vecchio marinaio
Tommaso Favalli
C’era un vecchio marinaio,
sempre in viaggio, sempre in mare,
barba incolta, occhi stanchi,
ma sempre giovane nel cuore.
Nelle notti senza luna
si sdraiava sopra il ponte
per guardar le tante stelle,
lo cullavano le onde.
E cantava, sorrideva,
ripensava alla sua storia,
a tutti i luoghi, tutti i volti
fissi nella sua memoria.
Era stanco di viaggiare
ma sentiva in sé bruciare
sempre viva quella fiamma
per cui si era messo in mare.
Forse era tutto quello che
era rimasto fedele dentro sé.
Da ragazzo una mattina
lasciò le sue quattro mura,
si imbarcò su un mercantile
e iniziò la sua avventura.
E così, di nave in nave,
verso mari sconosciuti,
vide terre inesplorate,
scoprì popoli sperduti.
Dopo molti anni in mare
non si seppe accontentare:
uno strano desiderio
gli albergava dentro al cuore.
Nelle notti fredde e buie
non riusciva mai a dormire
e pensò di fare vela
oltre il male, fino al sole
per toccarlo e sentire su di sé
più calore, più calore su di sé.
Con una nave e qualche uomo
cominciò la spedizione
tra la gente e la domanda:
«Chissà se è matto o se ha ragione?».
Ora il vecchio marinaio
forse aveva un po’ paura,
ma per tutta la vita
aveva atteso quest’avventura.
Ogni giorno più veloce
si spingeva ad Occidente
inseguendo la gran stella
per afferrarla all’orizzonte.
Nelle notti senza sosta
faceva rotta verso oriente
per tentare di incrociare
il sole del giorno seguente.
Non si dette mai per vinto fino a che
ebbe forza e i suoi compagni insieme a sé.
In un giorno di tempesta
non ci fu niente da fare:
ore e ore di battaglia,
alla fine vinse il mare.
Così il vecchio marinaio
trascinato dalle onde
si trovò sopra una spiaggia,
lo attendeva lì la morte.
Poco prima di spirare
si portò le mani al viso
ed una lacrima lo accompagnò
in un ultimo sorriso.
Si era accorto che la pelle
era scura di colore,
bruciata, consumata
da una vita sotto al sole.
Il suo ultimo pensiero fu soltanto:
«Forse il sole mi è stato sempre accanto».