L'Armando
Enzo Jannacci
L'Armando
Enzo Jannacci
Tatta tira tira tira, ta tira tira ta.
Era quasi verso sera
s’ero dietro, stavo andando,
che si è aperta la portiera,
è caduto giù l’Armando.
Commissario, sì l’Armando
era proprio il mio gemello,
però ci volevo bene
come fosse mio fratello.
Stessa strada, stessa osteria,
stessa donna, una sola, la mia.
Macché delitto di gelosia,
io c’ho l’alibi: a quell’ora
sono quasi sempre via.
Era quasi verso sera,
s’ero dietro, stavo andando
che si è aperta la portiera,
è caduto giù l’Armando.
Tatta tira tira tira...
Commissario, sa l’Armando
mi picchiava col martello,
mi picchiava qui sugli occhi
per sembrare lui il più bello.
Per far ridere gli amici
mi buttava giù dal ponte
ma per non bagnarmi tutto
mi buttava dov’è asciutto.
Ma che dice, che l’han trovato
senza scarpe, denudato, già sbarbato?
Ma che dice, che gli han trovato
un coltello con la lama
di sei dita nel costato?
Commissario, ‘sto coltello,
non lo nego, è roba mia,
ma c’ho l’alibi: a quell’ora
sono quasi sempre via.
Tatta tira tira tira...
Era quasi verso sera,
s’ero dietro, stavo andando
che si è aperta la portiera
ho cacciato giù... Pardon,
è caduto giù l’Armando.
Tatta tira tira tira...