Que Deus me perdoe
Amália Rodrigues
Que Deus me perdoe
Amália Rodrigues
Se a minha alma fechada
se pudesse mostrar,
e o que eu sofro calada
se pudesse contar,
toda a gente veria
quanto sou desgraçada,
quanto finjo alegria,
quanto choro a cantar.
Que Deus me perdoe,
se é crime ou pecado
mas eu sou assim
e fugindo ao fado
fugia de mim.
Cantando dou brando
e nada me dói
se è pois um pecado
ter amor ao fado,
que Deus me perdoe.
Quando canto não penso
no que a vida è de má,
nem sequer me pertenço,
nem o mal se me dá.
Chego a querer a verdade
e a sonhar – sonho imenso –
que tudo é felicidade
e tristeza não há.
Se la mia anima sigillata potesse schiudersi, e quel che soffro in silenzio si potesse raccontare, tutta la gente potrebbe vedere quanto sono disgraziata, quanto fingo un’allegria, quanto piango nel cantare.
Che Dio mi perdoni, se questo è un crimine o un peccato; ma io sono così. E, fuggendo dal fado, fuggirei da me. Cantando, il mio grido ha una voce, e il dolore mi lascia. Se poi è un peccato amare così il fado, che Dio mi perdoni.
Quando canto non do peso al fatto che la vita è dolore. Non appartengo più a me stessa, e il dolore non viene più a cercarmi. Arrivo a cercare la verità e a sognare un sogno immenso: che tutto è felicità e la tristezza non esiste più.