Rosa
Brunori Sas
Rosa
Brunori Sas
Rosa, non piangere dai,
anch’io mi voglio sposare
è che senza un lavoro
non si tira a campare.
Devo prendere il treno
per andare a Milano,
a Torino, a Bologna,
insomma devo scappare,
ché qui in Calabria non c’è niente,
proprio niente da fare:
c’è chi canta e chi conta
e chi continua a pregare.
San Francesco sopra il letto
e sul cruscotto,
c’è la madonna di Pompei,
sopra la 126.
Rosa non ti preoccupare,
non è mica la luna,
vado a fare fortuna
e poi ti torno a pigliare.
E ti compro una casa,
una macchina, un forno,
poi ti porto anche al mare.
Busta paga, contributi,
documenti e codice fiscale,
nonostante la nebbia
non si sta poi così male.
Sant’Ambrogio da Milano
e sopra il Duomo
c’è la Madonna di Pompei,
a me mi pare proprio lei.
Rosa tra un anno si sposa,
tra un anno si sposa
e si sposa con me.
Rosa tra un anno si sposa,
tra un anno si sposa
e si sposa con me.
Rosa prepara il corredo,
che ho trovato una casa,
manca solo la sposa,
la cucina e l’arredo.
Centottant’otto cambiali,
trattamento di favore,
se lavoro sedici ore al giorno,
ce la posso fare.
Tu pensa alle bomboniere
e alla roba da mangiare
ed avverti pure il prete
che ti porterò all’altare.
Pace in terra gloria in cielo
e sopra un velo,
c’è la Madonna di Pompei,
mi pare tale e quale a lei.
Rosa tra un mese si sposa,
tra un mese si sposa
e si sposa con me.
Rosa tra un mese si sposa,
tra un mese si sposa
e si sposa con me.
Rosa, mi guardi un po’ strano,
quindici ore di treno,
sono appena tornato
e non mi dici «Ti amo».
Forse è per via della mano,
te l’avevo già detto,
lavoravo alla morsa
e per fare di corsa
l’ho lasciata a Milano.
E certo che ho perso il lavoro,
sono invalido civile,
non so manco che vuol dire
ma mi danno la pensione.
Piuttosto dammi una spiegazione:
sulla partecipazione
ci dev’essere un errore,
ci hanno scritto un altro nome
e non il mio, e non il mio,
e non il mio! Rosa! Rosa!
Rosa domani si sposa,
e vestita da sposa,
non si sposa più con me.