Cara
Lucio Dalla
Cara
Lucio Dalla
Cosa ho davanti, non riesco più a parlare,
dimmi cosa ti piace, non riesco a capire,
dove vorresti andare, vuoi andare a dormire?
Quanti capelli che hai, non si riesce a contare,
sposta la bottiglia e lasciami guardare
se di tanti capelli ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni
e per i miei che sono cento,
non c’è niente da capire,
basta sedersi ed ascoltare.
Perché ho scritto una canzone
per ogni pentimento
e debbo stare attento
a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi
se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo
e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno,
ma per uno come me, poveretto,
che voleva prenderti per mano
e cascare dentro un letto.
Che pena, che nostalgia,
non guardarti negli occhi
e dirti un’altra bugia.
Almeno non ti avessi incontrato,
io che qui sto morendo
e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento
e sembri una farfalla
e con quanto sentimento
ti blocchi e guardi la mia spalla,
se hai paura a andar lontano
puoi volarmi nella mano.
Ma so già cosa pensi,
tu vorresti partire
come se andare lontano
fosse uguale a morire
e non c’è niente di strano
ma non posso venire.
Così come una farfalla
ti sei alzata per scappare
ma ricorda che a quel muro
ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori
per provare anch’io a volare.
E la notte cominciava
a gelare la mia pelle,
una notte madre che cercava
di contare le sue stelle,
io li sotto ero uno sputo
e ho detto «Olè, sono perduto».
La notte sta morendo
ed è cretino cercare di fermare
le lacrime ridendo,
ma per uno come me, l’ho già detto,
che voleva prenderti per mano
e volare sopra un tetto.
Lontano si ferma un treno
ma che bella mattina, il cielo è sereno.
Buonanotte, anima mia,
adesso spengo la luce e così sia.