La ballata del Cerutti
Giorgio Gaber
La ballata del Cerutti
Giorgio Gaber
Il suo nome era Cerutti Gino,
ma lo chiamavan Drago;
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago.
Vent’anni biondo, mai una lira,
per non passare guai,
fiutava intorno che aria tira
e non sgobbava mai.
Una sera in una strada scura,
occhio c’è una lambretta,
fingendo di non aver paura
il Cerutti monta in fretta.
Ma che rogna nera quella sera,
qualcuno vede e chiama:
veloce arriva la pantera
e lo vede la madama.
Il suo nome era Cerutti Gino,
ma lo chiamavan Drago;
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago.
Ora è triste e un poco manomesso
si trova al terzo raggio,
è lì che attende il suo processo,
forse vien fuori a maggio.
S’è beccato un bel tre mesi il Gino
ma il giudice è stato buono:
gli ha fatto un lungo verborino,
è uscito col condono.
Il suo nome era Cerutti Gino,
ma lo chiamavan Drago;
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago.
È tornato al bar Cerutti Gino
e gli amici nel futuro
quando parleran del Gino
diran che è un tipo duro.