Gli anni
883
Gli anni
883
Stessa storia, stesso posto, stesso bar,
stessa gente che vien dentro consuma, poi va.
Non lo so che faccio qui:
esco un po’ e vedo i fari dell’auto che mi
guardano e sembrano chiedermi
chi cerchiamo noi.
Gli anni d’oro del grande Real,
gli anni di Happy Days e di Ralph Malph,
gli anni delle immense compagnie,
gli anni in motorino, sempre in due,
gli anni di «Che belli erano i film»,
gli anni dei Roy Rogers come jeans
gli anni di «Qualsiasi cosa fai,»
gli anni del «tranquillo, siam qui noi,
siamo qui noi».
Stessa storia, stesso posto, stesso bar;
una coppia che conosco, c’avran la mia età.
«Come va?» salutano,
così io vedo le fedi alle dita di due,
che porco Giuda potrei essere io
qualche anno fa.
Gli anni d’oro del grande Real,
gli anni di Happy Days e di Ralph Malph,
gli anni delle immense compagnie,
gli anni in motorino, sempre in due,
gli anni di «Che belli erano i film»,
gli anni dei Roy Rogers come jeans
gli anni di «Qualsiasi cosa fai,»
gli anni del «tranquillo, siam qui noi,
siamo qui noi».
Stessa storia, stesso posto, stesso bar,
sta quasi chiudendo, poi me ne andrò a casa mia.
Solo lei davanti a me:
«Cosa vuoi? Il tempo passa per tutti lo sai
Nessuno indietro lo riporterà,
neppure noi».
Gli anni d’oro del grande Real,
gli anni di Happy Days e di Ralph Malph,
gli anni delle immense compagnie,
gli anni in motorino, sempre in due,
gli anni di «Che belli erano i film»,
gli anni dei Roy Rogers come jeans
gli anni di «Qualsiasi cosa fai,»
gli anni del «tranquillo, siam qui noi,
siamo qui noi».