Scendi giù
Mannarino
Scendi giù
Mannarino
Il detenuto è come un figlio da educare,
finché abbassi per sempre gli occhi della sfida
e di un figlio che non riconosce il padre,
faremo un morto che non può riconoscere l’omicida.
Tornano a casa i secondini piano piano,
tornano a casa dai bambini sul divano.
Dove saranno i mostri della cella?
Sono rinchiusi in un armadio su una stampella.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.
Al mattino il primo carceriere
trovò un cane randagio davanti al suo portone
e mentre veniva sbranato dalla bestiaccia
fu sorpreso di vedergli la mia faccia.
Nel pomeriggio il secondo picchiatore, il più rude,
fu abbattuto da un uccello migratore di palude
e mentre annegava urlando dentro al fiume
mi riconobbe solamente per i segni delle botte sulle mie piume.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.
Alla sera il giudice penale
andò a pulirsi il culo in un confessionale,
morì d’infarto durante l’orazione
sentendo la mia voce
che gli dava l’assoluzione.
Nella notte son venuto sotto casa
e ho gridato forte «Amore mio ti chiedo scusa!»,
ma tu non m’hai aperto
perché qualcosa è andato storto
e ho capito che non valgono niente
le scuse di un morto.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.
Scendi giù, bella, scendi giù,
scendi giù, bella, scendi giù,
dammi l’ultimo bacio
ché non tornerò più.