Pesto
Calcutta
Pesto
Calcutta
Esco o non esco?
Fuori è caldo ma è normale ad agosto,
non ci penso ma poi sudo lo stesso.
Un’ombra sul soffitto,
mi hai lasciato dei sospiri nel letto.
Un filo di voce, un filo di ferro dentro l’orecchio.
Dai, non fa niente,
mi richiamerai da un call center
e io ti dirò, lo sai che io ti dirò:
«Wee, deficiente,
negli occhi ho una botte che perde
e lo sai perché?
Perchè mi sono innamorato,
mi ero addormentato di te».
E adesso che mi lasci solo
con le cose fuori al posto loro.
Esco o non esco?
Fuori è notte, mangio il buio col pesto,
non mi piace ma lo ingoio lo stesso.
Dai, non fa niente
mi richiamerai da un call center
e io ti dirò, lo sai che io ti dirò:
«Wee, deficiente,
negli occhi ho una botte che perde
e lo sai perché?
Perchè mi sono innamorato,
mi ero addormentato di te,
mi sono addormentato di te».
Io non ho un salvagente,
ti lascio andar via ma se la corrente
ti riporta qui lo sai che io ti dirò:
«Wee, deficiente...
mi sono addormentato di te».