Tornano
Eugenio in Via di Gioia
Tornano
Eugenio in Via di Gioia
Si spengon le luci, rimaniamo noi,
che cosa avremmo fatto
se non ci fossimo incontrati qui?
Seduti per terra a pensare che poi
alcune strade si dividono, e chissà dove vanno.
Tornano,
fanno un giro profondo che dura un secondo
e sembrano
scomparse per sempre tra impegni e partenze.
Ma tornano
e ritornano.
Le corse al volo con lo zaino che salta,
le corde rotte, la musica alta,
in sei schiacciati sulla stessa Panda,
la strada di casa, il freddo che avanza.
Ma quante notti son passate dall’alba
e quanti giorni, quanto tempo ci manca?
E gli anni passano e noi fradici sotto,
ma chi se ne frega se piove a dirotto.
Che non bastano i video, le foto, gli highlights,
finiscono i discorsi,
gli aneddoti e dove finiamo noi?
Qualcuno è partito e non si vede più
che i treni quando passano, chissà dove vanno.
Tornano,
fanno un giro profondo che dura un secondo
e sembrano
sempre state qui.
Le corse al volo con lo zaino che salta,
le corde rotte, la musica alta,
in sei schiacciati sulla stessa Panda,
la strada di casa, il freddo che avanza.
E le zanzare che non fanno dormire,
due giacche a terra e la spalletta in cortile,
le notti insonni, le autostrade, i ritorni
che durano ore, che durano giorni.
Concerti sudati d’estate,
Paolo Nutini e le nostre risate,
gli anni passano e noi fradici sotto,
e chi se ne frega se piove a dirotto.
Gli anni passano e non lasciano niente,
no, non è vero, qui c’è un sacco di gente,
un sacco di gente, noi fradici sotto
e chi se ne frega se piove a dirotto.
Le corse al volo con lo zaino che salta,
le corde rotte, la musica alta,
in sei schiacciati, la solita Panda,
la solita strada col freddo che avanza.
Ma quante notti son passate dall’alba
e quanti giorni, quanto tempo ci manca?
E gli anni passano e noi fradici sotto,
ma chi se ne frega se piove a dirotto. (2v.)